domenica 21 ottobre 2007

Mourinho, no all'Inghilterra."Voglio allenare in Italia"

Intervistato da News of the World, l'ex tecnico del Chelsea ha chiarito le sue intenzioni per il futuro: "L'unica nazionale che accetterei di guidare è il Portogallo, ma non accadrà subito. Ora mi piacerebbe mettermi alla prova col tatticismo del campionato italiano"














LONDRA 21 ottobre 2007 - "Non mi potrei mai vedere sulla panchina di una nazionale che non sia il Portogallo. E poi io adoro il calcio inglese, ma per adesso non voglio tornarci. Ora mi piacerebbe continuare ad allenare un club, magari in Italia dove potrei mettermi alla prova con il loro tatticismo". Josè Mourinho cancella il proprio nome dalla testa dell'elenco dei possibili successori di Steve McClaren in caso di mancata qualificazione dell'Inghilterra per Euro 2008, e indica nell'Italia la propria prossima meta preferita.
I C.T. STRANIERI - Al News of the World, l'allenatore portoghese chiarisce di non avere intenzione per ora di guidare una nazionale, e che comunque l'unica selezione che allenerebbe sarebbe il suo Portogallo. "Se fossi il c.t. di un'altra squadra, non potrei affrontare il Portogallo. Sarebbe sbagliato - spiega -. Sono completamente contrario ai c.t. stranieri, credo che le nazionali dovrebbero mettere insieme non solo i migliori giocatori di un Paese, ma anche il miglior tecnico". Particolare la visione del ruolo del ct per il tecnico portoghese: "Allenare una nazionale non è come guidare un club. E' un lavoro per gente cui non piace lavorare troppo".
TRANQUILLO SCOLARI - L'unica eccezione Mourinho la farebbe proprio per la sua patria, ma non adesso. "Guidare il Portogallo è un'ambizione, ma non per il Mourinho di oggi - dice -. Allenerò la nazionale portoghese un giorno, per il piacere di vincere per il Portogallo, è una cosa che mi attira molto". Felipe Scolari, però, può dormire sonni tranquilli per ora: "Io voglio che il Portogallo vinca, e il c.t. di adesso non deve certo guardarsi alle spalle per vedere me che aspetto di prendere il suo posto. Ora la nazionale non è un'ossessione, arriverà alla fine della mia carriera, su questo non ci sono dubbi".

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