giovedì 15 novembre 2007

Quale sport per mio figlio?

Tutto ciò che è meglio sapere prima di affidare i propri bambini a un allenatore, ricordando che uno stile di vita sedentario ostacola un adeguato sviluppo e può causare problemi in vecchiaia.

MILANO, 13 novembre 2007 - Se fare sport è salutare per gli adulti, a maggiore ragione lo è per i bambini nel periodo centrale della loro crescita, a prescindere dal fatto che un domani possano o meno diventare dei campioni. Tra i 5 e gli 11 anni i vostri figli divisi come sono tra scuola e tv si muovono sempre meno. Ma essere genitori responsabili significa soprattutto dare ai figli la possibilità di crescere sani. E lo sport praticato regolarmente non solo favorisce lo sviluppo complessivo dell’organismo, ma aiuta anche a prevenire numerose malattie che potrebbero insorgere con il trascorrere degli anni. Uno stile di vita sedentario, ostacola lo sviluppo di un adeguato tono muscolare e può portare, da adulti, a problemi respiratori e cardiaci. Se poi si combina con cattive abitudini alimentari, la scarsa attitudine a muoversi può causare aumenti di peso con problemi relativi alla colonna vertebrale, all’assunzione di posture scorrette e all’indebolimento della muscolatura, in particolare di quella addominale. Non esistono bambini pigri, ma diventano tali perché poco stimolati dai grandi che non sono riusciti a coltivare la loro naturale attitudine al movimento. A questa età, anzi, quando si appassionano a un’attività motoria, ovviamente sotto forma di gioco e di divertimento, manifestano un grandissimo impegno ed evidenziano la presenza di una motivazione concreta e dominante.
GIOCO - Se il gioco svolge una parte decisiva per sviluppare l’intelligenza e la personalità del vostro bambino, lo sport costituisce la migliore occasione perché questa crescita si esprima al meglio. Ogni attività sportiva, quando praticata nello spirito del gioco, è come una battaglia senza nemico: richiede lealtà verso l’avversario e insegna ad affrontare le difficoltà e le situazioni imprevedibili. Si gioca per qualcosa e non contro qualcuno. Allo stesso tempo si stimola l’esercizio di quelle abilità, che possiamo definire ‘intellettuali’ (l’analisi di una situazione, l’individuazione della soluzione, la comprensione dei rapporti causa-effetto ecc.), il cui sviluppo è indispensabile per la sua crescita ottimale.
VIVERE IN GRUPPO - Giocare di squadra, sentire di fare parte di un gruppo impegnato a ottenere un certo obiettivo è per i bambini un’esperienza educativa rilevante. Indossando la maglia della sua società, il bambino prova l’entusiasmo di ‘fare squadra’ con i suoi coetanei. In famiglie con figli unici, non è facilissimo per il bambino imparare a rispettare le regole del gruppo, o a privilegiare gli obiettivi della squadra, rispetto a quelli personali. Lo sport gli consente di fare questa importante esperienza, soprattutto a partire dall’età di 8 anni, quando il suo interesse e la sua curiosità nei confronti del mondo esterno si sviluppano maggiormente.
PERCHÉ UNA SQUADRA VINCE E L’ALTRA NO? - Noi adulti sappiamo perfettamente che il successo o l’insuccesso delle nostre iniziative dipendono sempre da cause ben precise: impegno, fortuna, abilità, bravura degli avversari.... A vostro figlio tutti questi fattori risultano abbastanza incomprensibili, almeno fino a quando non ha compiuto 10 – 12 anni. Sebbene fin da molto più piccolo abbia cominciato a confrontare le proprie abilità con quelle degli amici, solo dopo gli 8 anni è in grado di scegliere, quando deve formare una squadra, i compagni sulla base della loro bravura. I bambini non sono dei ‘piccoli adulti’ e, di conseguenza, è fondamentale sempre tenere conto della loro età sia nel modo di insegnare, sia durante gli esercizi.

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